È sull’esempio da Firenze che ANBI, l’Associazione Nazionale dei Consorzi di Bonifica, chiede ai candidati Sindaco di Roma di inserire nei programmi la riqualificazione dei corsi d’acqua urbani

“L’esperienza di Firenze, dove sono stati restituiti alla fruibilità urbana, migliorandone la qualità ambientale, tratti del fiume Arno e di suoi affluenti, dimostra che l’esperienza dei Consorzi di bonifica può essere positivamente messa a servizio anche di grandi agglomerati cittadini. Per questo lanciamo la sfida ai futuri candidati sindaci della città di Roma, affinchè inseriscano nei programmi la riqualificazione dei circa 700 chilometri di corsi d’acqua, che attraversano la Capitale”: ad avanzare  la proposta è Massimo Gargano, Direttore Generale dell’Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue (ANBI), evidenziando come la moderna Bonifica, grazie ad innovazioni come il telecontrollo da remoto delle reti idrauliche, sia quantomai in sintonia con gli obbiettivi europei della digitalizzazione e della transizione ecologica, indicati tra quelli prioritari del Governo Draghi.

“Vinceremo la sfida del futuro – prosegue il DG di ANBI – solo valorizzando il nostro territorio con le necessarie infrastrutture per  uno sviluppo green. La moderna manutenzione idraulica, attenta alle esigenze della biodiversità, è esempio di una nuova cultura emergente soprattutto  tra le nuove generazioni come dimostrano nuove tendenze, quali l’urban fishing o la riscoperta degli argini come luoghi di socialità all’aria aperta. Ambiente e ricerca sono le stelle polari di centinaia di progetti, che mettiamo a disposizione per contribuire a  costruire un Paese ecosostenibile ad iniziare dalla sua capitale”.

“Essere modello nazionale è per me e per tutto il nostro Consorzio una vera e propria soddisfazione – commenta il Presidente del Consorzio di Bonifica Medio Valdarno, Marco Bottino – qui grazie alla riforma regionale e alle positive sinergie istituzionali siamo riusciti a dare chiarezza delle competenze e certezza delle risorse, derivanti sia dal contributo di bonifica che dalla fiscalità generale, così da passare da poche centinaia di migliaia a oltre 6 milioni di euro all’anno di investimenti in manutenzioni, riqualificazioni e nuove opere e sistemazioni per la sicurezza idraulica”.