Debutta la campagna di sensibilizzazione promossa dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno e dall’Unione dei Comuni del Pratomagno per frenare l’avanzata del Poligono del Giappone

Un autentico muro verde che in autunno ingiallisce e secca. E in primavera cresce e si infittisce rapidamente impedendo l’accesso al corso d’acqua e la crescita di altre specie.

E’ il poligono del Giappone, pianta altamente invasiva che, importata dai paesi asiatici a scopi ornamentali, ormai colonizza molte aree urbane e invade ampi tratti del reticolo idrografico. Anche nell’Alto Valdarno.

Il Faella è una “vittima” di questa specie aliena che, nel giro di poco tempo, è diventata padrona assoluta delle sue sponde e che, progressivamente, sta conquistando altri torrenti del comprensorio.

Durante i sopralluoghi effettuati per la definizione del piano delle attività di bonifica, infatti, i tecnici l’hanno rinvenuta anche lungo le aste del Ciuffenna, del Resco e del Borro delle Cave.

E’ una problema che è ormai emerso in tutta la sua pericolosità a causa della sua altissima capacità di propagazione – commenta Enzo Cacioli, Sindaco di Castelfranco Piandiscò e Presidente dell’Unione dei Comuni del Pratomagno –  Il problema della Japonica, o altrimenti conosciuta come Poligono del Giappone, pianta infestante in molte zone del territorio valdarnese, pone a tutti coloro che frequentano il territorio l’esigenza di specifiche attenzioni e alle Amministrazioni una particolare urgenza di progettazione degli interventi per limitarne gli effetti sul paesaggio. A questo scopo è di fondamentale importanza la collaborazione sinergica tra Istituzioni e il Consorzio, con reciproci contributi di conoscenze e desidero sottolineare la sinergia tra le istituzioni e il consorzio poiché il rischio è anche quello di un cambiamento nella fisionomia ed estetica del nostro territorio.”

La Japonica è stata inserita dalle organizzazioni per la tutela della biodiversità tra le cento specie più infestanti al mondo, i problemi principali che comporta per il nostro territorio, oltre ad impedire lo sviluppo e la crescita di qualsiasi altra pianta la dove si imposta, sono quelli di natura strutturale: infatti comporta problemi per l’erosione del suolo sia per la struttura dei corpi arginali localmente presenti nei nostri corsi d’acqua. – commenta Simone Frosini Responsabile tecnico dell’Unione dei Comuni del Pratomagno – Questa pianta oltre che una vistosità imponente nelle foglie e negli steli ha un apparato radicale particolarmente potente, che si sviluppa fino a 3 o 4 metri sotto terra facilitando la comparsa di problemi idraulici come il sifonamento arginale. Intervenire in maniera mirata è particolarmente importante, poiché è sufficiente un piccolo frammento di essa trasportato dai torrenti d’acqua per iniziare una nuova propagazione.”

L’invasione del Poligono del Giappone rischia di trasformarsi in una pericolosa minaccia. Per la sicurezza idraulica e per gli ecosistemi.

Di qui la ricerca di una partecipazione diffusa per tentare di arginare l’”invasore” e tentare di contenere l’avanzata di una pianta, che ha pochi competitor e uno sviluppo che procede al ritmo di 30 cm alla settimana.

E’ nata così l’idea di far conoscere   le caratteristiche dell’infestante e le modalità di trattamento consigliate per evitare di favorirne la moltiplicazione”, spiega la Presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno Serena Stefani, mentre mostra il breve opuscolo e il volantino che l’ente intende distribuire per invitare i cittadini ad adottare misure di prevenzione adeguate. Lo ha preparato Matteo Rillo, dottore forestale del settore difesa idrogeologica dell’ente, per rendere facili e fruibili le informazioni scientifiche ad oggi disponibili.

“La presenza di una pianta alloctona fuori controllo, che sta alterando in modo significativo e profondo gli ecosistemi in cui si è radicata, sostituendosi alla vegetazione tipica, è pericolosa e, a medio-lungo termine, può innescare processi deleteri per l’ambiente. Il Consorzio di Bonifica, insieme all’Unione dei Comuni del Pratomagno, svolge un’azione attenta di monitoraggio e osserva tutte le accortezze necessarie per limitare al minimo la sua propagazione, soprattutto lungo i corsi d’acqua, dove attecchisce meglio. Tra questi il voluto ritardo della manutenzione della vegetazione in modo da attendere la fine della stagione vegetativa, quando le sue capacità di riprodursi sono ridotte. Ma non basta. E’ urgente una presa di coscienza del problema da parte delle autorità fitosanitarie competenti per mettere a punto sistemi di controllo e lotta, prima di arrivare a un punto di non ritorno. Tra l’altro la diffusione  di questo infestante su larga scala, in prossimità dei fiumi, rischia di compromettere la stabilità di argini e sponde, amplificando il rischio idrogeologico. In occasione della Settimana della Bonifica 2021, manifestazione nazionale promossa da ANBI con il patrocinio del Ministero della Transizione ecologica, vorrei richiamare l’attenzione su questo problema che, senza un intervento tempestivo, potrebbe alterare il quadro ecologico e paesaggistico della nostra regione”, conclude la Presidente.

 

Parte oggi, con la diffusione di una brochure descrittiva per operatori del settore e un volantino rivolto ai cittadini, una campagna di comunicazione mirata a costruire una grande e compatta task force per frenare la diffusione del Poligono del Giappone. Successivamente il Consorzio chiamerà a raccolta tutti i partner, a partire dalle ditte che collaborano all’attività di manutenzione ordinaria del reticolo, per un approfondimento tecnico scientifico sull’infestante.