A Earth Technology le strategie green di salvaguardia degli ecosistemi
La Toscana esempio nazionale di buone pratiche nella tutela dell’ambiente grazie alle attività dei Consorzi di Bonifica. Il ruolo della regione in tal senso è sancito dalla presenza odierna, nella sede di ANBI Toscana, dell’assemblea del Consiglio Nazionale di ANBI (Associazione Nazionale dei Consorzi per la Gestione e la Tutela del Territorio e delle Acque Irrigue) che ha visto la partecipazione, per la prima volta a Firenze, di rappresentanti dei Consorzi di Bonifica di tutta Italia. La riunione si è tenuta nella nuova sede regionale di ANBI Toscana, inaugurata oggi alla presenza dell’assessore regionale all’ambiente Monia Monni, dell’assessore di Firenze Cecilia Del Re, di Francesco Vincenzie Massimo Gargano presidente e direttore generale di ANBI Nazionale e di Marco Bottino presidente di ANBI Toscana.
«La mia presenza qui oggi all’inaugurazione della sede dell’ANBI, vuole rappresentare la collaborazione stretta tra Regione Toscana e i Consorzi di Bonifica – ha detto l’assessore regionale all’ambiente Monia Monni -. Grazie a loro riusciamo a investire 100 milioni di euro l’anno nella manutenzione dei nostri corsi d’acqua, permettendo così la mitigazione del rischio idraulico dei nostri territori. Con i Consorzi vogliamo intraprendere nuove collaborazione sui temi ambientali. Il primo obbiettivo, insieme ai Consorzi e alle associazioni ambientaliste, sarà quello di mettere a sistema iniziative utili al contrasto della presenza delle plastiche nei nostri corsi d’acqua, così da impedirne la diffusione nei nostri mari».
«Avere i rappresentanti dei Consorzi di Bonifica di tutta Italia oggi per la prima volta riuniti a Firenze nella nuova sede regionale di Anbi Toscana – ha detto l’assessore all’Ambiente del Comune di Firenze Cecilia Del Re – è un ulteriore segno della centralità delle buone pratiche ambientali e dell’importanza delle azioni di messa in sicurezza e tutela degli ecosistemi. Ringrazio il presidente Marco Bottino per questa operazione che rafforza un ente importante e strategico per il territorio».
«Quello della Toscana è un esempio della capacità dei Consorzi di Bonifica di riformarsi con la società che cambia, per essere sempre vicini al territorio e ai suoi abitanti – ha detto Francesco Vincenzi presidente di ANBI -. Firenze, in particolare, è una positiva esperienza pilota in campo nazionale, grazie alla manutenzione del fiume Arno affidata al locale Consorzio di Bonifica, che non solo ha migliorato la sicurezza idraulica, ma promuove la fruizione sociale delle sponde, ricucendo il rapporto fra comunità e acque cittadine. La crisi climatica obbliga ad interventi urgenti e la risposta più immediata sta proprio nell’incrementare la resilienza dei territori».
«È una grande soddisfazione poter tagliare il nastro di questa nuova sede, a nove anni dalla riforma dei Consorzi, nel corso dei quali siamo riusciti a dare vita a un ‘modello Toscana’ che poggia in primo luogo sulla grande sinergia con la Regione, il Genio Civile e le Amministrazioni e associazioni locali – ha commentato Il presidente di ANBI Toscana Marco Bottino -. Un modello che parte dalla difesa del suolo e si spinge oltre, facendo propri temi come la tutela dell’ambiente, il supporto al settore agricolo e la rigenerazione urbana».
I due appuntamenti di oggi anticipano la partecipazione di ANBI Nazionale e ANBI Toscana a Earth Technology Expo, in programma alla Fortezza da Basso di Firenze dal 13 al 16 ottobre: un’esposizione delle applicazioni tecnologiche in corso e dell’innovazione previste e presenti nelle linee guida del Next Generation EU. Tra gli appuntamenti in programma ecco, il 14 ottobre (ore 14), “La manutenzione dei corsi d’acqua fra sicurezza e tutela dell’ambiente” un’iniziativa dedicata ai progetti dei Consorzi di Bonifica della Toscana in tema di manutenzione “gentile”. Un focus dedicato alle buone pratiche messe in atto per mantenere in sicurezza i corsi d’acqua in maniera sostenibile e sempre volta alla tutela dell’ambiente e dei suoi ecosistemi.
Organizzato da ANBI Toscana in collaborazione con i principali atenei della Toscana e con il Cirf (Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale), l’evento vedrà la partecipazione di Marco Bottino presidente di Anbi Toscana, Federico Preti dell’Università di Firenze, Antonio Felicioli e Francesca Coppola dell’Università di Pisa, Leopoldo De Simone dell’Università di Siena, Gianfranco Censini geologo di Georisorse Italia. Modera Martina Bencistà del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud.
La partecipazione a Earth Technology Expo rappresenta un’occasione per mostrare l’uso della tecnologia fatto dai sei Consorzi di Bonifica regionali per mantenere in sicurezza i corsi d’acqua ma anche i tanti progetti a tutela dell’ambiente che vanno dalla manutenzione ‘gentile’ agli interventi per proteggere le specie autoctone e contenere le specie aliene invasive. Dalla ‘lotta’ al gambero killer alla salvaguardia delle tartarughe marine, dalla “manutenzione gentile” alla vigilanza degli argini messi in pericolo dalle tane delle nutrie, sono tanti i progetti messi in campo dai sei Consorzi di Bonifica regionali riuniti in Anbi Toscana.
GAMBERO KILLER
Un po’ in tutta la Toscana i Consorzi si adoperano per contenere la diffusione del gambero della Louisiana (Procambarus clarkii), un crostaceo d’acqua dolce importato in Italia a scopo alimentare e conosciuto anche come ‘gambero killer’ proprio per il suo impatto distruttivo sugli altri animali e sulla biodiversità. Una specie aggressiva e molto prolifica che in pochi anni è riuscita a colonizzare le acque interne e che arreca danni anche alla stabilità arginale dei corsi d’acqua con le tane che forano gli argini. Un progetto importante per il controllo di queste specie è stato portato avanti dal Consorzio 4 Basso Valdarno insieme al Dipartimento di Biologia dell’Università di Firenze nell’ambito del progetto LIFE e post-LIFE che ha portato alla cattura di oltre 123 mila gamberi nella Paduletta di Ramone e nel lago di Sibolla, favorendo il ritorno di testuggini palustri, anguille e rane verdi.
NUTRIE
Campagne di contenimento e vigilanza degli argini contro i danni causati dalle tane scavate dalle nutrie (Myocastor coypus) interessano tutto il territorio regionale. Campagne di questo tipo vengono portate avanti un po’ da tutti i Consorzi dato che la nutria, roditore originario del Sud America, è oggi diffusissima. Frequenta tutti gli ambienti umidi, sia di acqua dolce che salmastra, e scava profonde tane che possono rappresentare un rischio per la tenuta delle arginature di corsi d’acqua naturali, canali di irrigazione e di scolo e bacini artificiali.
Fra i Consorzi impegnati nel contenimento ecco il Consorzio 2 Alto Valdarno che effettua in tutto il comprensorio vigilanza costante, monitorando la presenza degli animali e verificando i loro scavi, per evitare possibili danni e allagamenti. Il Consorzio 3 Medio Valdarno è molto impegnato, in particolare nel pistoiese e in Valdelsa, dove le strutture arginali arrivano ad essere perforate fino a decine di volte in poche centinaia di metri, il Consorzio 4 Basso Valdarno sempre nell’ambito del progetto LIFE e post-LIFE.
TASSI E ISTRICI
Il Consorzio 6 Toscana Sud ha recentemente avviato (novembre 2020) una collaborazione con le Università di Siena, Firenze e Pisa per la salvaguardia degli gli ecosistemi fluviali. Tassi e istrici sono i principali responsabili dello scavo di tane sugli argini, potenzialmente pericolose per la loro tenuta. Per rendere i tratti di argine considerati a rischio meno appetibili per animali potenzialmente dannosi, CB6 e Università hanno avviato una mappatura delle tane e il monitoraggio con fototrappolaggio, che servirà a fare un vero e proprio censimento delle specie che vivono lungo i corsi d’acqua. L’obbiettivo finale del progetto, che integra conoscenze ambientali, botaniche e faunistiche, è quello di elaborare una serie di soluzioni che incentivino gli animali a fare le tane altrove, per esempio con la piantumazione di essenze particolari o l’installazione di dissuasori.
ZANZARE (E PIPISTRELLI)
Con il progetto “Bat Box” realizzato in collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell’Università degli Studi di Firenze, il Consorzio 3 Medio Valdarno (benché i Consorzi non abbiano alcuna competenza sul controllo degli insetti in ambito fluviale) ha voluto fare la propria parte nella lotta contro uno dei principali fastidi delle sere d’estate: le zanzare. L’arma è la più naturale che si possa immaginare: i pipistrelli. Favorire la presenza dei pipistrelli anche in ambito urbano, dove anche a causa della sempre minore presenza di rifugi rischiano di essere anno dopo anno sempre meno numerosi, può infatti contribuire notevolmente alla riduzione delle zanzare: le specie più comuni in ambiti urbani sono capaci infatti di nutrirsi di un buon numero di zanzare, fino a quasi un migliaio per ogni pipistrello ogni notte. Sempre nell’ambito del progetto LIFE e post-LIFE, trenta bat box sono state installate anche dal Consorzio 4 Basso Valdarno nell’area del Lago di Sibolla, con l’obbiettivo di favorire nel tempo l’insediamento di chirotteri tipici degli ambienti forestali.
UCCELLI
Le specie di uccelli che popolano le aree dei corsi d’acqua e le aree umide in gestione ai Consorzi di Bonifica sono numerose. E altrettanto numerose sono le iniziative che i Consorzi portano avanti per la loro tutela: una su tutte una “manutenzione gentile” del reticolo che prevede il taglio programmato della vegetazione nel rispetto dei tempi di cova dei volatili, riducendo al minimo l’utilizzo dei mezzi meccanici.
Il Consorzio 1 Toscana Nord, ad esempio, ha realizzato un progetto che prevede il posizionamento, da parte di tecnici e volontari, di bandierine a indicare la presenza di nidi per evitare il rischio di colpire la fauna nidificante durante le operazioni di manutenzione del corso d’acqua. Il Consorzio 2 Alto Valdarno ha invece dato il via a un progetto di avi-soccorso. L’accordo prevede che tecnici, operai e ditte, nella loro attività sul reticolo, svolgano un costante monitoraggio del territorio, segnalando eventuali situazioni di difficoltà per attivare, attraverso la Lipu, un immediato avi-soccorso.
Il Consorzio 6 Toscana Sud ha avviato la realizzazione di una serie di isolette all’interno della Diaccia Botrona, per rendere più “confortevole” la permanenza degli uccelli migratori, in Maremma. In prima linea anche il Consorzio 5 Toscana Costa. Nelle varie zone umide della Toscana, sono poi presenti punti di osservazione e monitoraggio dell’avifauna, come quelle del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno nella Piana Fiorentina o del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno nel Padule di Fucecchio. Il CB3, grazie alla segnalazione della delegazione di Pistoia della LIPU sulla presenza del raro Corriere Piccolo (Charadrius dubius), sull’Ombrone ha provveduto a lasciare macchie di vegetazione incolta in modo da permettere il ciclo integrale di riproduzione senza disturbo.
PESCI
Progetti ripopolamento e interventi salvataggio in caso di siccità sono stati attivati da diversi dei Consorzi regionali. Il CB1 ha sottoscritto un accordo con associazioni ambientali locali per la salvaguardia delle specie ittiche e della fauna presenti nei corsi d’acqua. Un articolato progetto ha invece visto in prima linea il Consorzio 2 Alto Valdarno e l’Università di Firenze sul torrente Gardone (Alto Casentino). Un punto del corso d’acqua è stato infatti oggetto di un’opera d’ingegneria naturalistica che ha permesso di ricostruire l’antica morfologia del fiume con la tecnica dello step-pool che ha accresciuto il benessere e la capacità riproduttiva della fauna ittica, in particolare delle trote.
Il Consorzio 3 Medio Valdarno ha siglato un accordo con la Fipsas (Federazione Italiana di Pesca Sportiva) per la cattura e l’allontanamento dei pesci ogni volta che è necessario un intervento direttamente in alveo. La Fipsas interviene anche per ‘spostare’ i pesci dalle aree di secca del torrente Pesa durante i periodi siccitosi. Sempre sul Pesa il CB3 ha realizzato traverse pool e riffle (Montelupo Fiorentino) e rampe di risalita per la fauna ittica (Sambuca). Ha inoltre promosso lo Urban Street Fishing, avviando un rapporto con l’Associazione Street Fishing Italia che segue scrupolosamente il dettame del “catch and release”.
TESTUGGINI
La lotta alla plastica in mare inizia fiumi con il progetto “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo”. Ideata dal Consorzio 1 Toscana Nord, l’iniziativa è confluita nella firma di un protocollo siglato da associazioni e Comuni del comprensorio. Obbiettivo: prevenire e combattere la presenza dei rifiuti e delle plastiche nei corsi d’acqua, e quindi in mare. Il progetto vede attivo il Consorzio che raccoglie, durante la sua ordinaria attività di manutenzione sui corsi d’acqua, i rifiuti solidi urbani abbandonati nel reticolo idraulico. Coinvolte anche le associazioni di volontariato del territorio per dare vita ad azioni di controllo, monitoraggio ed operatività. Il Consorzio 6 Toscana Sud ha invece attivato una collaborazione con l’associazione Tartamare (attualmente in fase di stop a causa dell’emergenza sanitaria) con il progetto “Il mare comincia dal fiume, conoscilo, proteggilo e mantienilo pulito”. Una campagna di sensibilizzazione sul legame tra la tutela dei fiumi e quella del mare e i loro abitanti: molte spiagge nell’area di competenza del Consorzio ospitano infatti nidi di Caretta-caretta e il primo pericolo per questi animali è rappresentato dalla plastica, che spesso arriva in mare attraverso i corsi d’acqua dolce.