Tante le iniziative degli enti regionali a difesa dell’ecosistema

Fare “manutenzione gentile” significa conciliare la sicurezza idrogeologica con la tutela della flora e della fauna che vivono lungo i corsi d’acqua. Ormai da tempo, i Consorzi di Bonifica regionali riuniti in Anbi Toscana hanno avviato una serie di progetti in questo senso, con la consapevolezza che manutenere i corsi d’acqua significa anche occuparsi delle specie viventi che compongono il loro ecosistema. All’insegna di una nuova cultura idraulica. Il lavoro dei Consorzi di Bonifica abbraccia quindi anche una serie d’interventi volti a tutelare gli habitat naturali presenti sui corsi d’acqua, proteggendo le specie autoctone, in particolare i volatili che nidificano lungo fiumi e torrenti. Sono tante le specie di uccelli che popolano le aree dei corsi d’acqua e le aree umide in gestione ai Consorzi di Bonifica. In linea generale, attraverso la “manutenzione gentile” del reticolo si porta avanti il taglio programmato della vegetazione nel rispetto dei tempi di cova dei volatili, riducendo al minimo l’utilizzo dei mezzi meccanici. Un percorso tracciato anche dalla Regione Toscana che, attraverso la Delibera regionale 1315 del 2019, ha fornito indicazioni precise sulle modalità e sulle frequenze dei tagli delle alberature e degli sfalci, proprio per coniugare gli interventi contro il rischio idrogeologico e salvaguardia ambientale.

Il Consorzio 1 Toscana Nord, si è posto l’obbiettivo di costruire per ogni corso d’acqua del comprensorio una “carta d’identità”: uno strumento che raccolga tutte le informazioni che riferiscono a quel canale, in modo di poter scegliere il tipo di manutenzione più efficace e puntuale possibile. Attraverso la manutenzione gentile dei corsi d’acqua, il CB1 è riuscito inoltre a diminuire le emissioni in atmosfera. In tema di salvaguardia dei volatili poi, ha realizzato un progetto che prevede il posizionamento, da parte di tecnici e volontari, di bandierine a indicare la presenza di nidi per evitare il rischio di colpire la fauna nidificante durante le operazioni di manutenzione del corso d’acqua. Il Consorzio 2 Alto Valdarno ha invece dato il via a un progetto di avi-soccorso. L’accordo prevede che tecnici, operai e ditte, nella loro attività sul reticolo, svolgano un costante monitoraggio del territorio, segnalando eventuali situazioni di difficoltà per attivare, attraverso la Lipu, un immediato avi-soccorso. Ma la manutenzione oculata è uno strumento prezioso anche in tema di siccità: con la manutenzione gentile il CB2 tutela l’ambiente anche in questo senso, conservando l’ombreggiatura delle aste fluviali per limitare la evapotraspirazione, garantendo così anche la sopravvivenza della fauna ittica.

Diversi dei Consorzi regionali hanno poi attivato progetti di ripopolamento e interventi di salvataggio dei pesci in caso di siccità. Il CB1 ha sottoscritto un accordo con associazioni ambientali locali per la salvaguardia delle specie ittiche e della fauna presenti nei corsi d’acqua. Un articolato progetto ha invece visto in prima linea il Consorzio 2 Alto Valdarno e l’Università di Firenze sul torrente Gardone (Alto Casentino). Un punto del corso d’acqua è stato infatti oggetto di un’opera d’ingegneria naturalistica che ha permesso di ricostruire l’antica morfologia del fiume con la tecnica dello step-pool che ha accresciuto il benessere e la capacità riproduttiva della fauna ittica, in particolare delle trote. Il Consorzio 3 Medio Valdarno ha siglato un accordo con la Fipsas (Federazione Italiana di Pesca Sportiva) per la cattura e l’allontanamento dei pesci ogni volta che è necessario un intervento direttamente in alveo. La Fipsas interviene anche per ‘spostare’ i pesci dalle aree di secca del torrente Pesa durante i periodi siccitosi. Sempre sul Pesa il CB3 ha realizzato traverse pool e riffle (Montelupo Fiorentino) e rampe di risalita per la fauna ittica (Sambuca). Ha inoltre promosso lo Urban Street Fishing, avviando un rapporto con l’Associazione Street Fishing Italia che segue il dettame del “catch and release”.

Sempre nel comprensorio del CB3, dallo scorso anno è attivo il progetto Bees Crops Biodiversity che il Consorzio di ha sviluppato insieme all’Università di Firenze nei pressi dell’impianto di sollevamento di Castelletti, nel Comune di Signa (Fi). In aree destinate al contenimento delle acque di piena, la semina di due specie di trifoglio consentono la creazione di un habitat particolarmente favorevole alla riproduzione delle api e soprattutto a dare ‘alimento’ in un periodo di scarse fioriture nettarifere come quello tardo primaverile. Il Consorzio 6 Toscana Sud ha invece realizzato una serie di isolette all’interno della Diaccia Botrona, per rendere più “confortevole” la permanenza degli uccelli migratori in Maremma. Lo scorso anno, ha preso il via inoltre un progetto in collaborazione con le Università di Siena, Firenze e Pisa grazie al quale le attività di ricerca degli atenei consentiranno al CB6 di individuare nuove forme di manutenzione gentile dei corsi d’acqua delle province di Grosseto e Siena, per tutelare la flora e la fauna.

In prima linea anche il Consorzio 5 Toscana Costa che ha coordinato il progetto europeo Life Rewat, un percorso articolato finalizzato alla gestione sostenibile della risorsa idrica in Val di Cornia attraverso lo sviluppo di una strategia partecipata con la razionalizzazione dei consumi di acqua (civile e agricola), e un aumento della disponibilità della risorsa attraverso un impianto di ricarica delle falde attraverso il fiume.  Gli interventi e le azioni realizzate hanno permesso di invertire le tendenze relative all’impoverimento e al peggioramento qualitativo della risorsa idrica sotterranea e una parziale regressione del fenomeno dell’intrusione salina. Nelle varie zone umide della Toscana, sono poi presenti punti di osservazione e monitoraggio dell’avifauna, come quelle del Consorzio di Bonifica 3 Medio Valdarno nella Piana Fiorentina o del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno nel Padule di Fucecchio. Il CB3, grazie alla segnalazione della delegazione di Pistoia della LIPU sulla presenza del raro Corriere Piccolo (Charadrius dubius), sull’Ombrone ha provveduto a lasciare macchie di vegetazione incolta in modo da permettere il ciclo integrale di riproduzione senza disturbo.

Sul fronte della lotta all’inquinamento ecco poi il progetto “Salviamo le tartarughe marine, salviamo il Mediterraneo” del Consorzio 1 Toscana Nord che punta a prevenire e combattere la presenza dei rifiuti e delle plastiche nei corsi d’acqua, e quindi in mare. Il CB1 è anche da tempo impegnato nel “Sabato dell’ambiente”, un’iniziativa che viene proposta regolarmente e che vede numerose associazioni del territorio impegnate nella pulizia da rifiuti e plastiche degli alvei e degli argini dei corsi d’acqua. Il Consorzio 6 Toscana Sud ha invece attivato una collaborazione con l’associazione Tartamare con il progetto “Il mare comincia dal fiume, conoscilo, proteggilo e mantienilo pulito”.  Una campagna di sensibilizzazione sul legame tra la tutela dei fiumi e quella del mare e i loro abitanti. Un progetto per la raccolta di macroplastiche presenti nei corsi d’acqua arriva anche dal Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarnograzie a una convenzione di ricerca con il Dipartimento di Ingegneria dell’energia, dei Sistemi, del Territorio e delle Costruzioni dell’Università di Pisa. Lungo l’asta del fiume Morto e del fosso del Mulino (Pisa) è stata installata una barriera a basso impatto ambientale che cattura le plastiche nei corsi d’acqua ed evita così che arrivino al mare.