Importante lavoro “collettivo” di analisi congiunta della situazione dei corsi d’acqua che scorrono nell’area protetta per programmare insieme gli interventi necessari a mitigare il rischio idraulico

Il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, per legge, è tenuto ad eseguire la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua, anche dei tratti che scorrono all’interno di aree naturali e protette.

Dal canto suo l’ente che gestisce il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna ha come mission la conservazione della ricca biodiversità che lo caratterizza facendone un autentico gioiello della natura.

Due esigenze apparentemente diverse e inconciliabili. E invece bisogni idrogeologici ed esigenze ecologiche si sono incontrati, forse per la prima volta in modo organico, nella sperimentazione di un approccio condiviso delle strategie e delle scelte.

Le prime prove di dialogo sono maturate nell’ambito del percorso partecipativo che ha portato il 16 dicembre scorso alla sottoscrizione del Contratto di Fiume Casentino H2O.

Tavoli di confronto e soprattutto passeggiate progettanti per analizzare sul campo i pregi e i difetti di eventuali interventi di contenimento della vegetazione, hanno evidenziato la necessità di mettere a punto buone pratiche da applicare nelle diverse aree del Parco, in base al differente grado di antropizzazione.

L’impegno, assunto al termine di un sopralluogo congiunto che ha impegnato molti soggetti partner del Contratto di Fiume (tra cui Università di Firenze, Ordine dei dottori agronomi e forestali della provincia di Arezzo, Legambiente Arezzo, Associazione AIPIN, Ente Parco Foreste Casentinesi e Consorzio di Bonifica), si è tradotto in azioni concrete.

Di recente infatti l’ingegner Enrico Righeschi, referente di area del settore difesa idrogeologica del Consorzio,  con il collega Matteo Rillo Migliorini, insieme al dottor Alessandro Fani, tecnico del Parco Nazionale; il tenente colonnello Stefano Ignesti del reparto Carabinieri Parco Nazionale, il personale dell’Unione dei Comuni Montani del Casentino, a cui è affidato il compito di eseguire la convenzione, ha passato al setaccio i corsi d’acqua che ricadono all’interno dell’area protetta e che, in base al piano delle attività, saranno sottoposti a manutenzione nel 2023.

La verifica ha interessato nei comuni di Chiusi della Verna e di Poppi i fossi d’Isola e di Valle e i torrenti Archiano, Corezzo e Corsalone.

Il monitoraggio condiviso ha permesso di individuare le piante da rimuovere  per conservare la funzionalità delle aste fluviali senza alterare l’habitat naturale.

“Progettare in modo condiviso presenta numerosi vantaggi. Prima di tutto consente di valutare il risultato degli interventi sotto vari punti di vista. Ed è un modus operandi che il Consorzio applica non solo nelle aree di elevato valore naturalistico. L’obiettivo dei Contratti di Fiume, attivati sui principali corsi d’acqua e sui relativi affluenti, hanno proprio lo scopo di maturare una visione condivisa del fiume e di affrontare insieme le criticità che interessano i corsi d’acqua”, commenta la Presidente del Consorzio Serena Stefani.

“La condivisione – aggiunge il direttore generale Francesco Lisirende l’iter più snello. I progetti che stiamo redigendo saranno elaborati tenendo conto delle indicazioni emerse durante il sopralluogo, prima di essere sottoposti al nulla osta del Parco e alla Valutazione di Incidenza della Regione Toscana. L’attività invece sarà realizzata tra i mesi di agosto e dicembre, come previsto dalle prescrizioni contenute nella Delibera di Giunta Regionale 1315/2019 e nel Regolamento stesso del Parco”.