Si chiama “Navigare per tutelare” il progetto realizzato in collaborazione con l’associazione T-Rafting e Arezzo Intour 

“Li abbiamo usati tanto alla ricerca di brividi ed emozioni per cavalcare rapide e corsi d’acqua accidentati. Abbiamo imparato a conoscerli meglio, attraverso i racconti e le immagini diffuse dai media, n questi giorni drammatici dell’alluvione in Emilia Romagna, come preziosi strumenti di salvataggio e soccorso. Per la prima volta noi ora li impieghiamo per migliorare la sicurezza idraulica del territorio”.

Così Serena Stefani, presidente del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, dalle sponde dell’Arno ad Arezzo in località Borgo a Giovi, presenta il progetto “Navigare per tutelare”, realizzato in collaborazione con l’associazione T-Rafting e Arezzo Intour. L’iniziativa nasce dalla necessità dell’ente di bonifica di esplorare sponde spesso inaccessibili con i mezzi, meccanici, ma anche a piedi e addirittura con il ricorso all’acrobatica, metodi tutti già ampiamente sperimentati nel comprensorio.

Lungo l’Arno infatti ci sono zone coperte da una vegetazione così fitta o talmente scoscese da risultare irraggiungibili. Eppure anche queste devono essere vigilate, monitorate, valutate e se necessario sottoposte a manutenzione, poiché rotture, scivolamenti, erosioni, anche di piccole dimensioni, possono aumentare in modo esponenziale il rischio idraulico e idrogeologico. Ecco quindi l’importanza di osservare il fiume da un altro punto di vista: direttamente dall’acqua.

Nasce così “Navigare per tutelare” un progetto innovativo, che prevede una stretta alleanza del Consorzio con gli esperti di navigazione. L’operazione è stata avviata su un affascinante quanto delicato tratto di Arno, partendo dal punto in cui, per dirla con Dante, il fiume volta il muso agli aretini. Il via da Borgo a Giovi con arrivo a Ponte Buriano, passando sotto il famoso ponte di Leonardo che potrebbe diventare ex, da quando alcuni studiosi hanno insinuato il dubbio che, alle spalle della Gioconda ci fosse Ponte Romito, nel comune di Laterina Pergine Valdarno.

E’ un tratto quanto mai difficile da raggiungere via terra, che invece è stato accuratamente ispezionato dai tecnici dell’ente via acqua. Utilizzando i gommoni, dopo un rapidissimo corso di formazione e con il supporto di guide specializzate messe a disposizione dall’Associazione T-Rafting. Protagoniste della prima esplorazione del “fiume dal fiume” due giovani dipendenti del Consorzio: la geometra Giulia Pierozzi, referente della Unità Idrografica Omogenea Arezzo e l’ingegner Simona Cioli, del Settore difesa idrogeologica.

“Il progetto – spiega Enrico Pini, presidente di T-Rafting – consente al Consorzio di acquisire un vero e proprio google earth del fiume, un video del tratto percorso, per poter pianificare interventi di manutenzione ad hoc. Navigando infatti è possibile predisporre censimenti mirati e georeferenziati con tecnologia GPS-GIS di sponde, di prelievi idrici, scarichi, stato di conservazione delle opere di difesa spondale e di alveo, stato di conservazione delle fasce ripariali. Materiale utile per la realizzazione di progetti mirati di conservazione, tutela di acqua e vegetazione nel rispetto delle normative regionali in materia di difesa del suolo. Il vantaggio di fare tutto questo in rafting è che si può andare ovunque. Ciò che si riesce a fare in poche ore di gommone, spesso è impossibile a piedi. L’idea vincente è stata unire le nostre competenze di navigazione con quelle di servizi tecnici innovativi. I gommoni sono gli stessi e il personale ha la medesima preparazione, cambia l’uso. La differenza è che in questo caso si fa prevenzione”, conclude Pini.

“Il tratto di Arno che va da Borgo a Giovi a Ponte Buriano è per noi un tratto di estremo interesse – commenta il direttore generale del Consorzio Francesco Lisi -. E’ infatti un tratto in erosione continua, fenomeno che determina scoscendimenti e frane con un impatto sul regolare deflusso delle acque e di cui, in alcuni casi, si viene a conoscenza solo navigando il fiume. L’ispezione, che abbiamo avviato ad Arezzo e che interesserà altri tratti, è utile al Consorzio per poter meglio calibrare le manutenzioni ordinarie da programmare nel corso degli anni”.

“Galeotto” fu il Contratto di Fiume Abbraccio d’Arno: l’incontro tra T-Rafting e il Consorzio di Bonifica è maturato proprio lungo il percorso partecipativo promosso sul tratto centrale del fiume nel comprensorio Alto Valdarno. Lo ricorda la presidente Stefani: “Questo percorso ci ha permesso di entrare in contatto con enti pubblici, associazioni e cittadini che operano e vivono lungo il fiume. I tavoli di lavoro organizzati per confrontare idee, progetti e prospettive, ci ha permesso di conoscere da vicino l’associazione T-Rafting di cui abbiamo subito apprezzato attività e competenza. Di qui l’idea di organizzare insieme una inedita forma di ispezione e vigilanza dell’Arno dall’Arno”.

A tenere a battesimo l’iniziativa sono state due donne alla loro prima “prova gommone” che, vinti i timori iniziali, hanno potuto apprezzare i numerosi vantaggi di percorrere il fiume da una prospettiva mai utilizzata fino ad oggi.

“Abbiamo potuto riscontrare criticità mai viste prima e raccogliere dati non rilevabili a piedi e con altri mezzi”, puntualizza la geometra Giulia Pierozzi che aggiunge: “I dati raccolti in questo tratto e in altri due tratti nel versante fiorentino, ci permetteranno di elaborare progetti più aderenti alle reali necessità del fiume”.
“E’ stata un’esperienza interessante. Abbiamo potuto scoprire anche nuovi accessi per raggiungere i punti di intervento che fino ad oggi non erano noti e criticità puntuali da risolvere. In meno di due ore, abbiamo esplorato un tratto molto lungo dell’Arno. Navigare per tutelare è sicuramente una metodologia efficace per esplorare tratti del fiume altrimenti inarrivabili”, aggiunge l’ingegner Simona Cioli.

In tutto saranno 20 i chilometri del fiume monitorati dall’acqua. Oltre al tratto Borgo a Giovi – Ponte Buriano, infatti, l’esperimento sarà ripetuto anche sul tratto dell’Arno tra Sant’Ellero e Pontassieve e tra Rignano e Sant’Ellero. Al termine del monitoraggio i dati raccolti saranno presentati ufficialmente nel mese di giugno presso la Riserva Naturale di Ponte Buriano.