Ad Arezzo il crollo di una difesa di sponda aumentava il rischio idraulico. Da qui l’intervento del Consorzio 

Le gabbionate metalliche danneggiate dal tempo e dalle piene presentavano danni gravi e, in alcuni punti, si erano addirittura ribaltate nell’alveo. Paradossalmente con l’andare del tempo, quella che era nata come opera di difesa di sponda, si era, via via, trasformata in un pericolo per la piccola e bella frazione alle porte di Arezzo, contribuendo a moltiplicare il rischio idraulico.

Sul torrente Chiassa, nell’omonima frazione della Chiassa Superiore, la criticità era evidente e in costante peggioramento: si era manifestata in sinistra idraulica e interessava soprattutto la parte terminale del centro abitato.

Le caratteristiche dell’area e la gravità della problematica, ben documentata dalle immagini fotografiche, hanno reso necessario un risanamento dell’opera che il Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno ha previsto di sottoporre a manutenzione ordinaria, inserendo l’opera nel Piano delle Attività 2023.

“In questi giorni, l’intervento è in fase di completamento – spiega il direttore Francesco Lisi –. L’operazione ha interessato circa 15 m di sponda. Le gabbionate metalliche, gravemente ammalorate e in alcune parti scivolate all’interno del corso d’acqua, sono state sostituite, per restituire piena funzionalità all’opera che versava in cattive condizioni, tanto da rappresentare un potenziale ostacolo per il regolare deflusso delle acque e quindi una minaccia per gli edifici e i terreni circostanti”.

“Le lavorazioni sono quasi ultimate – aggiunge -. Riportare allo stato originario la difesa di sponda consentirà di evitare nuovi futuri crolli e ribaltamenti locali e permetterà di preservare le opere esistenti e, con esse, le case e i resedi presenti nell’area”.

Particolarmente complesso è stato raggiungere l’area di intervento. La presenza di fabbricati e relativi annessi in sinistra idraulica ha reso necessaria la realizzazione di un guado e la successiva canalizzazione delle acque, attraverso la movimentazione del materiale litoide presente in alveo.

“In questo modo abbiamo potuto contare su un accesso sicuro e, prima di procedere, si è data stabilità dell’ecosistema fluviale: un aspetto a cui il nostro Consorzio è sempre molto attento”, aggiunge Lisi.

“Solo una volta realizzate le opere provvisionali, si è potuto dare il via l’intervento. Sono state quindi rimosse le gabbionate danneggiate e ammalorate, sostituite con nuovi elementi posti su due ordini, di forma e dimensioni analoghe a quelli precedenti”, conclude il Direttore, spiegando che il cantiere si concluderà a breve. Solo una volta smantellate le opere provvisionali e ripristinate le condizioni originarie del torrente.