Sono stati realizzati lavori per circa 900.000 euro, contro i 700.000 spesi nel 2019 e i 550 mila utilizzati nel 2018

E’ ormai in dirittura d’arrivo la terapia d’urto, programmata dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, per garantire la sicurezza idraulica della Valtiberina,  territorio bello ma fragile, che necessitava di una robusta “cura” per resistere agli assalti meteorologici di un clima  troppo spesso fuori controllo.

La chiedevano gli  amministratori locali; la sollecitavano i cittadini. Alla fine  è arrivata con il piano delle attività 2020, che ha fatto impennare il numero e la consistenza degli interventi di manutenzione ordinaria su diversi tratti del reticolo.

Per  rimediare criticità ormai incancrenite e per assicurare il buon  funzionamento idraulico delle aste fluviali, in dodici mesi, sono stati investiti quasi 900.000 euro, 200.000 in più rispetto al 2019 e con un differenziale di 350.000 sul 2018.

I risultati? Sono sotto gli occhi di tutti.  Uomini e mezzi d’altronde  hanno lavorato sodo per completare e chiudere i cantieri nel rispetto del cronoprogramma concordato con la Regione Toscana e soprattutto per anticipare le precipitazioni e le condizioni meteo avverse tipiche del periodo invernale.

Da Sestino a Badia Tedalda, da Caprese Michelangelo a Pieve Santo Stefano, fino ad arrivare alla piana di Anghiari e Sansepolcro, e poi a Monterchi e a Palazzo del Pero, nel comune di Arezzo: il reticolo è stato sottoposto a un’ampia operazione di contenimento della vegetazione, di piccole sistemazioni di opere, di rimozione di sedimenti che ha contributo a rimettere in forma chilometri di reticolo.

Non solo. L’attività è proseguita, con   ulteriori interventi inizialmente non programmati ma di cui, in corso d’opera, si è manifestata la necessità.

“Una volta completata la manutenzione ordinaria prevista dal piano delle attività 2020 e concentrata  soprattutto nelle aree urbane e nei centri abitati, abbiamo effettuato una ricognizione di tutta la vallata, per verificare eventuali ulteriori necessità, causate da eventi improvvisi e da situazioni non prevedibili quando è stato redatto  lo strumento di programmazione”,spiega l’ingegner Chiara Nanni, referente di area del settore difesa idrogeologica dell’ente.

“In questo periodo stiamo completando lavorazioni puntuali concordate con il Genio Civile Valdarno Superiore che consentiranno di ottimizzare il lavoro già eseguito e di ridurre ancora il rischio di alluvioni e allagamenti”, aggiunge l’ingegner Enrico Righeschi,che ormai la Valtiberina la conosce come le sue tasche.

E in effetti, mai come quest’anno, con il potenziamento della struttura e la presenza di un consigliere di riferimento,  il Consorzio è stato così presente e vicino al territorio. A dirlo è Marcello Polverini, referente di area per l’Assemblea consortile.

Da qualche anno l’attività si è intensificata, ma nel 2020 è aumentato soprattutto l’ascolto dei cittadini e delle amministrazioni locali”, commenta Polverini assicurando anche per il futuro il massimo impegno come trait d’union tra la vallata e gli organi politici del Consorzio.

“Abbiamo dato e daremo anche in futuro molto spazio alle segnalazioni che arrivano dal territorio. Le consideriamo preziose per mettere a punto un’attività di prevenzione davvero rispondente alle esigenze di ogni area”, motiva la Presidente Serena Stefani.E continua: “Nel 2020, la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua in Valtiberina è stata rafforzata: un potenziamento importante nell’ordine del 26%. Di conseguenza anche il contributo di bonifica relativo all’annualità 2020  è stato leggermente ritoccato con un aumento inferiore al 12 per cento. Purtroppo, rivedere le cifre, ferme ormai al 2017, era inevitabile, anche per rispettare le disposizioni della Delibera della Giunta Regionale 1315/2019 che fissa la tipologia e le frequenze degli interventi di manutenzione. Le spese sostenute dal Consorzio per la manutenzione del reticolo, infatti,  per legge, vanno interamente ripartite tra   i proprietari degli immobili che ricadono in quell’area. Esattamente come accade in un condominio. Il nostro impegno è stato di limitare al massimo queste variazioni e di prevedere scadenze di pagamento piuttosto ampie in modo da non creare difficoltà eccessive. Pur trattandosi, nella media, di cifre modeste, infatti, comprendiamo perfettamente le difficoltà economiche dei cittadini, difficoltà economiche che si riflettono anche sull’ente, poiché il contributo di bonifica versato dai consorziati è l’unica fonte di finanziamento con cui può e deve  programmare, progettare e realizzare gli interventi di difesa idrogeologica”.