Nella regione sono 11 le zone umide riconosciute dalla Convenzione di Ramsar

Un’immagine del Padule di Fucecchio

Sono numerose, in Toscana, le aree umide cogestite dai Consorzi di Bonifica riuniti in Anbi Toscana o che semplicemente ricadono nei loro territori di competenza. La giornata di oggi, 2 febbraioè dedicata a loro: ricorre infatti la Giornata Mondiale delle Aree Umide, che quest’anno si tiene all’insegna dello slogan “Acqua, zone umide e vita”.  Il World Wetlands Day celebra nel 2021 il 50° anniversario della Convenzione di Ramsar, trattato intergovernativo che fornisce il quadro nazionale e internazionale per la conservazione e l’uso delle zone umide. Le zone Ramsar sono riconosciute di importanza internazionale non solo ai fini della regimazione delle acque ma soprattutto come habitat di flora e fauna caratteristiche, ed in particolare degli uccelli acquatici.

Per zone umide si intendono aree inondate d’acqua in modo permanente o stagionale. Ovvero paludi, stagni, laghi, fiumi, pianure alluvionali. A questi biotopi se ne aggiungono altri artificiali, perlopiù creati e idraulicamente gestiti in Italia dai Consorzi di Bonifica: dai bacini per la fitodepurazione alle oasi naturalistiche fino alle casse di espansione.  La Regione Toscana conta sul proprio territorio 11 zone umide di importanza internazionale, riconosciute ai sensi della Convenzione di Ramsar. Su alcune di loro i Consorzi di Bonifica della Toscana operano maniera diretta, su altre contribuiscono alla loro esistenza mantenendo grazie al loro operato l’equilibrio idrogeologico del territorio.

«Il lavoro dei Consorzi di Bonifica è fondamentale non solo per la sicurezza idrogeologica della nostra regione, ma anche per la tutela dell’ambiente e della biodiversità – commenta Marco Bottino, presidente di Anbi Toscana -. L’impegno dei Consorzi in questo senso passa in primo luogo attraverso un’attività di manutenzione sempre meno impattante e attenta alla preservazione della flora e alla fauna locali, un patrimonio importantissimo da tutelare. Non meno importanti sono i progetti specifici, in cui sono coinvolti alcuni Consorzi, che puntano a riqualificare e migliorare gli habitat delle aree naturalistiche o che abbinano esigenze idrauliche ed ambientali».

Le undici aree umide sono il Lago e padule di Massaciuccoli con la Macchia di Migliarino e la Tenuta di San Rossore (province di Lucca e Pisa) dove sta nascendo la più grande area di fitodepurazione europea ad opera del Consorzio di Bonifica 1 Toscana Nord, l’ex lago e padule di Bientina (province di Pisa e Lucca). E ancora il Padule di Fucecchio (compreso fra le province di Pistoia e Firenze) e il Lago di Sibolla (Altopascio, Lucca) nel territorio del Consorzio di Bonifica 4 Basso Valdarno, dove con i progetti Life e post Life SOS Tuscan Wetlands si è intervenuti per il controllo delle specie aliene invasive e il relativo ripristino degli habitat naturali, invertendo la tendenza di una drastica perdita di biodiversità. Il CB4 si occupa anche di una parte dell’area di Migliarino San Rossore.

In provincia di Livorno ecco il Padule di Bolgheri (Castagneto Carducci) e il Padule di Orti-Bottagone(Piombino). Si prosegue con la Maremma. In provincia di Grosseto si trovano infatti il Padule di Scarlino, affidato al Consorzio di Bonifica 5 Toscana Costa, il lago di Burano (Capalbio), dove un recente finanziamento della Regione Toscana permetterà al Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud di eseguire una serie d’interventi per la sicurezza idraulica, la laguna di Orbetello, il Padule della Trappola – Foce dell’Ombrone (Grosseto). Infine il Padule di Diaccia Botrona (Castiglione della Pescaia), dove sempre il CB6ha recentemente annunciato la realizzazione di una serie di isolette per offrire agli uccelli migratori un habitat più adatto alle loro migrazioni.