Permetterà di riportare il piccolo bacino lacustre a una condizione di fruibilità e renderà possibile il suo utilizzo per l’irrigazione
Otto milioni di investimento per il recupero del lago di San Floriano. E’ un progetto importante per la zona sud della Maremma, quello che impegnerà nei prossimi anni il Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud. Permetterà non soltanto di riportare il piccolo bacino lacustre, oggi nel degrado, a una condizione di fruibilità. Ma renderà possibile il suo utilizzo per l’irrigazione, come fonte di approvvigionamento per la vicina oasi naturale di Burano e per elicotteri e canadair in caso di incendio.
Il progetto nasce a seguito dell’accordo per la tutela del lago di Burano, stipulato nel 2003, fra l’allorea Ministero dell’ambiente, Regione Toscana, Provincia di Grosseto, Comune di Capalbio, Autorità di Ambito Ottimale numero 6 – Ombrone, l’ex Consorzio di Bonifica Osa Albegna, Arpat, Wwf e Sacra Spa. Un lungo iter che giunge finalmente a conclusione e che prevede, attraverso un investimento da 5.879.660 euro finanziato dal ministero delle politiche agricole, il consolidamento della diga e la realizzazione dello scarico di fondo e superficie, che consentirà la riduzione della salinizzazione. Al termine di questo intervento sarà quindi possibile avere il completo utilizzo dell’opera per la salvaguardia del lago di Burano: la messa in funzione della diga permetterà di invasare l’intero volume di acqua previsto, pari a circa 900.000 metri cubi.
Il lotto successivo, investimento da 2,2 milioni finanziato dal piano irriguo nazionale, consentirà invece di realizzare l’impianto di irrigazione che servirà circa 400 ettari e oltre 50 aziende, con notevole risparmio di acqua,
Dopo una lunga attesa per i lavori non dovrebbe mancare molto. “Siamo in attesa della risposta da parte della Regione Toscana – afferma Roberto Tasselli, responsabile area progettazione Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – sulla competenza a procedere come autorità espropriante. Entro fine anno contiamo di aver completato questi aspetti per procedere ad avviare l’iter di esproprio”. “A gennaio – prevede l’ingegnere – sarà indetta la conferenza dei servizi, che ha una durata di 90 giorni, ed è presumibile che nel mese di marzo inizieranno le procedure di gara con fine nel mese di maggio. Con queste tempistiche ipotizziamo l’inizio dei lavori tra giugno e luglio. La durata prevista è di due anni”.
 “Ci troviamo in una zona splendida della Maremma – osserva Fabio Bellacchi, presidente del Consorzio di Bonifica 6 Toscana Sud – e fa enormemente piacere restituire alla nostra terra un luogo che era in stato di abbandono. Una volta completati i lavori potremo utilizzare questo lago per tre differenti finalità, irrigazione, antincendio e supporto al lago di Burano, che confermano il nostro impegno non soltanto per la tutela del rischio idraulico, ma anche per la cura e la salvaguardia del territorio”. Non sarà un intervento semplice: “Dovremo completamente ripulire, svuotare e scavare il lago per farlo tornare a una profondità di 10 metri – conferma Bellacchi – preoccupandoci anche dei pesci, dividendo le specie ittiche secondo le indicazioni che ci daranno gli esperti”.
Un progetto che certifica il sempre maggiore impegno di Cb6 per l’ambiente e il rispetto della natura, come conferma la collaborazione con il Wwf. “ E’ un’opera di fondamentale importanza – aggiunge Fabio Cianchi, coordinatore delle Oasi Wwf della Maremma – perché interessa due siti di importanza comunitaria, il lago di San Floriano e il lago di Burano, che assieme alla laguna di Orbetello rappresentano un’unità ecologica funzionale. Anche quest’anno il lago di Burano ha rischiato una crisi distrofica, dovuta alla siccità, alle alte temperature e agli scarichi fognari di Capalbio Scalo. Interventi come questi, se realizzati con la massima attenzione, rappresentano l’unico modo per contrastare le drammatiche conseguenze dei cambiamenti climatici, lo dobbiamo anche all’avifauna che popola questi luoghi rendendoli ancora più unici”. “Come Wwf – aggiunge –  siamo a disposizione degli organi competenti per individuare le migliori soluzioni e le opere di mitigazione, come quella di acquistare l’altra parte del Sic, il lago Acquato. Resteremo comunque vigili a fianco del Consorzio in modo che il lago di San Floriano possa ritornare alla sua originaria bellezza, quando la superficie del lago era ricoperta dalle bellissime ninfee bianche”.