Sul Marecchia doppio intervento per sistemare soglia e briglia, aggredite dalla corrosione per carbonatazione

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Gli agenti atmosferici e la variabilità delle portate, a cui sono esposte, hanno progressivamente intaccato le opere che regolano il  Marecchia, fiume che nasce nel comune di Badia Tedalda, attraversa tutta la Valmarecchia e, scorrendo per circa 70 km tra la Toscana e l’Emilia Romagna, arriva fino a Rimini.

Le criticità, su questo corso d’acqua caratterizzato da variazioni di portata notevoli, che spaziano dalle violente piene autunnali alle totali secche estive, sono state individuate dai tecnici del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno a valle del ponte della strada comunale di Rofelle, nei trecento metri a valle dell’attraversamento a partire dalla località  Molino di Mastacchi.

La situazione più grave interessava la briglia a valle del ponte, dove il parziale scalzamento al piede, la corrosione del calcestruzzo della gaveta, il crollo localizzato di un muro d’ala stavano progressivamente mettendo a serio rischio la funzionalità e la sicurezza dell’opera.

La precaria condizione di salute dell’opera ha richiesto un intervento di ripristino per assicurarne la funzionalità e prevenire futuri crolli.

“Le briglie svolgono una funzione importante: consolidano l’alveo, riducono l’erosione e il trasporto solido. E’ fondamentale quindi mantenerle in efficienza. Qui, per limitare i fenomeni erosivi e per mantenere la stabilità del rivestimento, si è provveduto a stabilizzare dapprima il piede dell’opera, proteggendolo con massi ciclopici; poi si è provveduto alla ricostruzione del muro d’ala destra parzialmente crollato. Infine si è ripristinata la gaveta utilizzando materiali biocompatibili. Un intervento, analogo a quello previsto per la gaveta della briglia, verrà effettuato a breve anche su una soglia in prossimità del ponte di Rofelle”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi, responsabile della UIO Casentino e Valtiberina del settore difesa idrogeologica del Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno, e aggiunge: “Le scelte progettuali sono maturate con  l’obiettivo di ripristinare la funzionalità idraulica e la piena efficienza delle opere, senza modificare le loro caratteristiche tecniche”.

“La manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua ha proprio questo obiettivo: garantire il buono stato dei corsi d’acqua e delle opere per mantenere in piena efficienza idraulica il reticolo” – commenta la Presidente del Consorzio Serena Stefani – “In alcuni casi infatti i “malanni” sono visibili ed evidenti. In altri, diventa essenziale contenere la vegetazione per poter ispezionare lo stato di salute dell’asta fluviale e dei manufatti che la regolano”.

L’operazione “anti-degrado” delle opere è stata realizzata con un investimento complessivo di quasi 55 mila euro, avendo interessato anche il Fosso della Cerbaia ad Anghiari, dove sono state ripristinate una serie di soglie e opere di difesa spondale realizzate in gabbioni.