In località Aboca,  il Consorzio ha  restituito maggiore funzionalità al corso d’acqua con una terapia efficace. Allontanati gli alberi caduti in alveo che ostacolavano il deflusso

Sono poco meno di 800 i metri dell’asta fluviale del Tignana rimessi a nuovo dal Consorzio di Bonifica 2 Alto Valdarno.

L’intervento, programmato nel piano delle attività targato 2021, ha interessato il tratto compreso tra il fosso di Stianta e il fosso dell’Arco, in località Aboca, nel comune di Pieve Santo Stefano.

Obiettivo dell’operazione, il taglio della vegetazione. Solo di quella ritenuta “pericolosa” da un punto di vista idraulico.

Sono state infatti rimosse le alberature cresciute all’interno dell’alveo bagnato, le piante rese deboli e instabili dalle malattie e dall’età, gli esemplari inclinati e piegati presenti lungo le sponde.

“Nel corso del restyling, eseguito in modo da tutelare gli ecosistemi che caratterizzano il torrente, sono stati asportati infine i soggetti caduti in alveo, soprattutto nel punto più critico: l’area limitrofa alla scogliera, sulla sponda destra”, spiega l’ingegner Enrico Righeschi, direttore dei lavori che, con l’ingegner Chiara Nanni, referente di area, segue la manutenzione ordinaria dei corsi d’acqua in Valtiberina.

“L’intera lavorazione – precisa l’ingegner Righeschi – è stata finalizzata a migliorare la sezione di deflusso delle acque conservandone il necessario ombreggiamento”.

“L’intervento realizzato sul torrente Aboca  per assicurare un regolare deflusso delle acque è stato eseguito con la massima attenzione alla naturalità dell’ambiente. L’obiettivo del Consorzio infatti è proprio quella di assicurare la difesa idraulica del territorio  mantenendo intatto l’equilibrio naturale del fiume – spiega il Direttore Generale dell’ente Francesco Lisi -. In sede progettuale e in campo infatti si lavora per la tutela degli ecosistemi presenti: l’ombreggiamento delle acque è sempre garantito, i tagli si limitano alla rimozione di individui pericolosi, deperiti, instabili e malati; ogni intervento viene studiato per preservare la preziosa funzione di corridoio ecologico svolta dal corso d’acqua. La “manutenzione gentile”, necessaria per la mitigazione del rischio idraulico, è rispettosa della delicata ecologia fluviale. Ormai viene applicata in modo diffuso su tutto il reticolo. D’altronde – per esperienza diretta – posso dire che un fiume ricco di biodiversità e di vita è un fiume più bello, ma anche più sicuro e vissuto con maggiore interesse e rispetto dai cittadini”, conclude il Direttore Lisi.

Ultimato il Tignana, uomini e macchine si sono quindi spostati nel territorio del comune di Caprese Michelangelocon interventi programmati sul torrente Singerna, sul fosso delle Ruote, sui tratti indicati con i codici AV8311 e AV8042 e sul fosso del Cerfone.